Il suo nome è Gesù

Il suo nome è Gesù

In Gesù c’è un fascino che non ebbe mai nessuna altra persona.

Quando viveva tra noi, la sua presenza soggiogava gli uomini, che si sentivano attratti da una forza indescrivibile. Amabile e benigno, i fanciulli facevano a gara per avvicinarlo e farsi carezzare; severo e virile tanto che gli uomini si tiravano in disparte per lasciarlo passare, o fuggivano dal Tempio quando li accusò di farne una spelonca di ladri e li cacciò a colpi di flagello.

Dopo venti secoli, è ancora il Signore degli uomini, un Dominatore che turba, stupisce e affascina. Gli scettici non possono cancellarlo dalla loro mente. La sua attrattiva su gente d’ogni razza e, di ogni condizione è irresistibile.

Non si ha memoria che abbia scritto qualche cosa, ma i suoi insegnamenti hanno esercitato sul pensiero e sulla vita del mondo occidentale un’influenza maggiore di quella congiunta di tutti gli altri maestri messi insieme.

Il calendario computa il tempo da Lui, prima e dopo. In una galleria d’arte o di una grande biblioteca, ci si rende conto ch’Egli è la personalità che domina i secoli; la maggioranza degli artisti ha esaltato la sua gloria a preferenza di ogni altro.

Ha un influsso sugli individui, portentoso. Per nessun altro al mondo come per Lui c’è gente disposta, dove occorra, a dare la vita.

Tutti gli eserciti che abbiano mai marciato, tutte le flotte che mai siano state armate, tutti i parlamenti che si siano mai riuniti, tutti i re che abbiano mai regnato, messi insieme, non hanno influito sulla vita dell’uomo come la sua unica vita.

Oggi, molti che avevano creduto di poter fare a meno di Lui nel mondo sconvolto, si volgono di nuovo a Lui per ispirazione e per guida. Nessun progresso è possibile senza di Lui.

Con le sue mani trafitte dai chiodi Egli ha scardinato imperi, alterato il corso dei secoli e ancora domina le epoche.

C’era nella sua persona qualcosa di così magnetico, che quando Egli diceva: “Seguimi”, la gente lo seguiva. Non possiamo pensare a nessun male che fosse in Lui, a nessuna virtù di cui Egli fosse privo. Era umile e generoso, senza peccato e senza rancore, e dobbiamo sotto scrivere all’affermazione di un centurione romano ai piedi della croce: “Costui era certamente un uomo giusto”.

E’ la personalità più potente della Storia.

Egli asserì cose portentose di sé; asserì di essere, insieme uomo e Dio, e nei secoli che seguirono l’umanità ha sempre riconosciuto che questa sua asserzione era vera. Diceva di essere venuto dall’Alto, mentre gli altri erano di questo mondo; di durare eternamente col Padre; di essere tutt’uno col Padre. La Sua sola presenza affascinava gli uomini. Una volta, le guardie mandate, ad arrestarlo, si fermarono ad ascoltare le parole stupende che cadevano dalle sue labbra; quando tornarono senza di Lui dissero a loro giustificazione: “Nessuno ha mai parlato come quest’uomo”.

Andava in giro facendo sempre del bene: risanando gli infermi, saziando gli affamati, ed esortando i peccatori a non peccare più. Compì grandi cose perché la gloria di Dio fosse manifesta tra gli uomini. La sua missione era senza uguali: cercare e salvare chi si era smarrito; servire e non essere servito; e dare la propria vita a redenzione del mondo.

In forma semplice, avvincente, di somma efficacia parlava a uomini, donne e bambini, di Dio e del vero modo di conseguire la vita eterna. Insegnava l’umiltà, l’amore, il perdono, e imponeva queste virtù col suo stesso esempio. Le parole degli altri maestri sono state, cancellate dal tempo, ma le sue parole hanno una vitalità eterna.

Gli uomini non possono dimenticare l’immagine di questo uomo confitto su una croce, e guardandola ricordano ch’Egli è morto in quella maniera terribilmente dolorosa, per loro amore.

Sbalordì tutti quando risuscitò da morte. Che ci piaccia o no, Egli è sempre tra noi; non potremmo liberarci di Lui nemmeno se lo volessimo. E ognuno di noi deve prendere una decisione a suo riguardo; ognuno di noi deve, rispondere a questa domanda: «Che ti pare di Lui? ».

Una volta il rocciatore Giorgio Mallory, sul punto di accingersi a scalare un picco, si sentì chiedere: «Ma perché vuoi scalare quella montagna?». Rispose: «Perché è là». C’era in quella montagna un fascino, un qualcosa d’irresistibile che non poteva ignorare; bisognava affrontarla. Così avviene con questa figura che torreggia nella sto­ria, la sua figura. Dopo venti secoli, Egli è là. Non possiamo allontanarlo dalla nostra mente, e dalla nostra vita. Egli è sempre là, e dobbiamo affrontarlo.

Dobbiamo pensare, a Lui, vedendolo come Figlio di Dio e Redentore, degli uomini. Occorre farlo entrare nella nostra vita e vivere con Lui e per Lui.  E dato che Egli è la Divinità nella sua pienezza e l’umanità nella sua pienezza, ci darà la vita nella sua pienezza. Ha promesso a ognuno di noi un’abbondanza di vita.

Qualsiasi cosa gli uomini facciano – schernirlo, ribellarglisi, torturare i suoi cristiani – non potranno mai dimenticarlo.

Il suo nome è Gesù.

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